IN PUNTA DI P.EDY

PERSONALE DI PIERPAOLO PERAZZOLLI

 

MATTARELLO - (Trento) dal 6 al 12 settembre 2003
Sala polivalente del Centro Civico
 
 
Presentazione di Livio Caffieri 
 Presidente Accademia roveretana degli Agiati

Dovendo presentare un “umorista” che si esprime attraverso figure, segni, colori, mi sono chiesto seriamente se è poi vero che coloro che si dedicano a questa attività suscitino effettivamente il riso, che dovrebbe essere il frutto naturale della comicità.
Al gioco e all’invenzione del segno, alla creatività delle forme, all’attrazione dei colori, agli accostamenti imprevisti con logiche sotterranee misteriose, corrisponde a tutta prima un forte accento giocoso, ma se ne cogli il senso profondo, ti accorgi che il messaggio trasmesso è angosciante. Comunica un senso diffuso di vuoto.
Basti accennare ai temi che Pierpaolo Perazzolli affronta: l’assurdo della vita, la disperata solitudine, il consumismo onnivoro, il bombardamento telematico, le grandi e piccole ossessioni quotidiane, le trasformazioni genetiche, l’ecologia (come mito, utopia, non meta perseguibile).
E ancora: lo sfruttamento dell’uomo-massa, il dio profitto il cui immenso stomaco macina ogni valore, l’individuo schiacciato dalla globalizzazione, la nuova dea Kalì che tutto ingoia e tritura.
Più in generale, l’insicurezza cosmica nella quale viviamo, l’inafferrabilità di un senso unitario che leghi fatti, pensieri, cose.
In un mondo polverizzato nel caotico disperdersi dei suoi infiniti frammenti, cogliere l’essenza, scoprire il filo d’Arianna che ci colleghi al tutto e che ci guidi verso un percorso che ci porti a traguardi rassicuranti è impossibile o quasi.
E che c’è da ridere in tutto questo?
I cosidetti “umoristi” sono semplicemente artisti come gli altri e perciò interpretano il mondo nel quale vivono così come i pittori, i poeti, i musicisti, i romanzieri. L’arte moderna non si può distinguere in comparti separati: esprime la contraddittorietà del nostro essere nel mondo, evidenzia il malessere diffuso, inventando forme sempre nuove e dirompenti di espressione.
Nel 1908 Luigi Pirandello cercò di spiegare che l’umorismo scopre la sofferenza che c’è dietro le sfasature apparentemente ridicole della realtà, che l’umorista si sente solidale con la sofferenza la quale cova sotto il ridicolo e mescola il riso col pianto. Sa Iddio quanto Pirandello avesse visto lontano, con il suo straordinario spirito profetico.
Ho voluto dilungarmi su questo argomento perchè credo di aver intuito come il genere “umoristico”si sia trasformato profondamente in questi ultimi anni, sia diventato tentativo autentico di lettura e di interpretazione della realtà, non solo deformazione caricaturale della stessa. In altri termini come si sia trasformato da “arte minore” ad “arte” nel senso più ampio della parola.
Il libro di Pierpaolo Perazzolli esprime in pieno questo percorso dell’umorismo: in un mondo complesso in cui tutto è inafferrabile, anche chi disegna non ha solo il diritto, ma anzi il dovere di essere complicato, anche ermetico, se ne sente la necessità. E la sua comicità apparente affonda le sue radici nel magma di ciò che nessuno riesce a capire e che è il sottofondo ansiogeno del nostro vivere quotidiano. Allora cerchiamo di capire che Pierpaolo Perazzolli, anche se egli pensa di farci ridere, ci induce invece a riflettere sul senso più profondo della vita.

Livio Caffieri

 

 

INTRATTENIMENTO MUSICALE CON GLI AMICI " IL TAMBURO DEL SOLE " E LA LORO MUSICA KLEZMER

 

 

Con il contributo di:

Circoscrizione di Mattarello

Il catalogo della mostra

 

 

 

 

BEPINA. acquila trentina

 

 

 

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